Rizzo: le lacrime non contagiano come i droplet

Lo ha sottolineato il noto oculista, intervenuto lunedì in collegamento esterno (nella foto) all’Anteprima del Progressive Business Forum 2020, esortando comunque a non abbassare la guardia contro il Covid-19 e auspicando un ritorno alla normalità per l’attività ambulatoriale specialistica

Buone notizie per quel che riguarda l’impatto del coronavirus sugli occhi. È stato molto chiaro in proposito Stanislao Rizzo, ordinario di Oftalmologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore UOC di Oculistica Fondazione Policlinico Gemelli Irccs Roma. La risposta viene dagli studi fatti al Gemelli dove quasi tutti gli spazi erano stati convertiti per ospitare più di 400 pazienti. Ora ridotti a 14. Gli studi sono stati condotti sia sui malati sia sui guariti un mese dopo le dimissioni. Inizialmente c’era la preoccupazione che la retina subisse dei danni per il coinvolgimento del virus in fenomeni di microtrombi, fenomeni peraltro contrastati con farmaci fluidificanti del sangue. I risultati delle analisi condotte sui pazienti indicano che non c’è nessuna compromissione a livello di microcircolo retinico. «Chi è guarito è guarito bene, l’infezione è passata in maniera non invasiva», ha ricordato Rizzo.

E anche sul contagio le sue parole sono state confortanti. Alla domanda di Michela Vuga, giornalista scientifica e conduttrice, insieme a Nicola Di Lernia, dell’evento digitale, sulle lacrime contagiose, tanto citate sui giornali, le ha smentite, definendo come un episodio isolato, che quindi non fa casistica, le tracce di virus rivelate dal tampone sulla signora cinese paziente 1, ricoverata a Roma allo Spallanzani. Lo studio condotto al Gemelli ha evidenziato che solo nel 5% dei malati di Covid, che erano anche i più gravi, il virus era presente nella congiuntiva. «Le lacrime non sono così contagiose come invece lo sono le gocce che emettiamo con il respiro», ha precisato l’oftalmologo che ha anche esortato a «non mollare la presa» e a continuare a rispettare regole e restrizioni. Nell’emergenza chi ne ha risentito, ha aggiunto Rizzo, sono state le persone affette da gravi forme di maculopatia e glaucoma che hanno dovuto interrompere le terapie praticabili solo in ambulatori specialistici, chiusi per la pandemia.

Luisa Espanet

Formazione