Optotales: si dice storia, si legge orgoglio

Avrebbe potuto intitolarsi anche “Optopride” l’evento organizzato da Federottica domenica scorsa, quasi 9 ore di diretta streaming su passato, presente e futuro non solo della professione ottico optometrica, ma anche dell’industria e di un’istituzione del settore, il Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore

Proprio il museo cadorino ha ospitato l’intervista di Andrea Afragoli, presidente di Federottica, a Vittorio Tabacchi sulla storia dell’occhialeria, del distretto e, di riflesso, della famiglia che ha dato vita a Safilo. «Cosa sarebbe il mondo senza occhiali?», si è chiesto Tabacchi, che poi ha lanciato una proposta: venite qui, al Museo di Pieve, a organizzare alcuni dei convegni dell’ottica. Afragoli, insieme ad altri due esponenti di spicco di Federottica, Marco Benedetti e Barbara Venturi, hanno animato la giornata, coinvolgendo operatori dell’industria oftalmica, della contattologia, delle montature e degli accessori. Un evento “fatto in famiglia”, grazie anche alla conduzione di un’altra ottica optometrista, Marzia Toni, che ha permesso di affrontare ogni argomento privilegiando la competenza e il senso di appartenenza rispetto agli elementi più propriamente televisivi. «La nostra è stata una professione che, pur ferma come regolamentazione a oltre 90 anni fa, si è evoluta per migliorare la visione e, possiamo dire, anche la vita delle persone - ha sottolineato Toni - Ecco perché questo evento, che si intitola Optotales, potrebbe anche chiamarsi Optopride». L’orgoglio di appartenere a un mestiere che persino nell’attuale pandemia è stato considerato un’attività di prima necessità lo ha trasmesso anche Renzo Zannardi, presidente di Federottica Lombardia, nel suo lungo excursus storico, che andava dal Brunelleschi alla nascita del corso di laurea in Ottica e Optometria.

Del resto, non c’è futuro senza passato, come ha ricordato Domenico Straniero, ex manager di riferimento della contattologia italiana, che un paio di anni fa ha lanciato l'idea ripresa da questo evento: ha ripercorso proprio le tappe salienti della contattologia specialistica, dai primi materiali pionieristici alle innovazioni attuali. «Personalmente sono grato soprattutto a due figure, Renato Pagani e Fritz Glaser - ha detto Straniero - La tecnologia nelle lenti a contatto ha avuto un’evoluzione fondamentale, ma la base per un'ottima applicazione rimane ancora oggi la professionalità dell'ottico optometrista» (nella foto, da sinistra, Tabacchi e Afragoli durante l'intervista).

A.M.

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