L’ottico che verrà: a Firenze il passato, presente e futuro dell’eyewear

Il primo luglio, a Palazzo dei Congressi, è in programma l’evento che si pone l’obiettivo di cambiare il modo di interpretare l’occhiale e il rapporto negozio-cliente

La mattinata di lunedì primo luglio, che seguirà i lavori in plenaria di domenica 30 giugno del Progressive Business Forum, oltre agli corsi incentrati sulle soluzioni per la migliore compensazione della presbiopia, prevede, sempre in plenaria, un evento unico nel suo genere: L’ottico che verrà rappresenta, di fatto, l’evoluzione di un percorso avviato già all’ultimo Mido, con un incontro presso l’Otticlub sull’occhiale personalizzato, e sfociato ora in un titolo e in un programma più ampi, sull’evoluzione professionale in ottica tra moda, design, tendenze e innovazione. Artefici dell’operazione sono la Scuola Internazionale di Ottica e Optometria di Firenze, insieme al suo ramo formativo dedicato alla gestione aziendale, la Sga, e all’editore di questa testata. «A Mido 2019 abbiamo portato sul palco dei flash su questi quattro temi chiave, successivamente si sono aggiunti elementi fondamentali come il taglio delle lenti e quello della montatura», rivela a b2eyes TODAY Angelica Pagnelli (nella foto), consulente di stile ed esperta di tendenze eyewear, nonché coordinatrice del convegno, che si prefigge di fornire risposte a tutti questi aspetti.
Due designer di fama, Bruno Palmegiani e Paolo Seminara sintetizzeranno la storia italiana dell’occhialeria e spiegheranno cosa significava allora disegnare. «Successivamente verrà affrontato lo scenario attuale e come è destinato a cambiare - dice ancora Pagnelli - Insieme ad altri esperti, quindi, puntiamo a illustrare perché occorre conoscere le tendenze per portare la moda nel centro ottico, perché bisogna essere informati sui fenomeni sociali che condizionano la stessa moda». Dopo la moda tocca al design e qui si entra nel complesso scenario dell’occhiale personalizzato. «Si tratta di un’opportunità per il negozio di ottica, che può personalizzare uno modello già in commercio con lenti o clip on oppure con le iniziali del cliente sulla lente stessa o con un brillantino sulla montatura, ad esempio, oppure con il bespoke, che diventa un occhiale interamente “realizzato” sul punto vendita mediante l’assemblaggio di frontali e aste oppure attraverso la scelta e l'utilizzo di materiali, secondo il gusto e le esigenze del cliente, che si affida all'ottico per il design e la creazione», ricorda la consulente di stile.
Moda, tendenze, design, dunque, e innovazione, che significa anche comunicazione. «Oggi non ci si può più basare soltanto su Facebook o su Instagram: gli ottici devono essere in grado di comunicare le montature e persino l’oftalmica con i blog, sapendo indicizzare i contenuti pertinenti alla propria attività o con tutta una serie di altre iniziative ispirate a chi, tra i propri colleghi, sta già di fatto attraversando il futuro», conclude Pagnelli.
A.M.

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