Irsoo: da Vinci a Milano continuano i festeggiamenti di Leonardo

Alessandro Fossetti, direttore dell’istituto toscano, in collaborazione con Idor De Simone, ha recentemente tenuto un intervento in occasione del programma "Leonardo in Ca' Granda. Visioni leonardesche tra scienza, arte e medicina", che si è chiuso il 13 giugno, con cui l’Università Statale del capoluogo lombardo ha celebrato il cinquecentesimo anniversario della morte del genio

Dopo l’inaugurazione degli eventi celebrativi a Vinci, alla metà di aprile, Irsoo è stato tra i protagonisti a Milano di un'iniziativa, tenutasi il 30 maggio all’Università Statale (nella foto, la locandina), che, nell’ambito dei festeggiamenti del cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo, ha interessato anche il mondo dell’ottica, sia per l’argomento trattato sia per gli interventi su “Gli studi di ottica di Leonardo: un contributo alla scienza della visione”. In particolare De Simone si è soffermato sugli aspetti legati allo studio anatomico dell’apparato visivo, per illustrare poi come Leonardo fu quasi certamente il primo a intuire il modo in cui gli occhi raccolgono informazioni dagli oggetti del mondo esterno per trasmetterle poi all’interpretazione dell’“anima”, come lui stesso la definì. «Il mio intervento è stato caratterizzato da un’attenta ricostruzione dell’attività scientifica sulla visione di Leonardo che leggendo i testi classici del tempo, e quindi anche i testi di ottica, ma soprattutto studiando e osservando la "notomia", poté farsi una cultura relativa alla percezione visiva - spiega a b2eyes TODAY De Simone - Leonardo colloca il senso della vista al vertice della gerarchia sensoriale, descrivendola come il mezzo più importante in nostro possesso per comprendere gli infiniti meccanismi della natura».
Fossetti ha invece preso in esame alcuni degli studi di Leonardo relativi all’ottica e alle lenti. «Ai tempi di Leonardo gli occhiali erano utilizzati da due secoli, ma la scienza ufficiale non se ne occupava – dice al nostro quotidiano il direttore dell’Irsoo - Non si sapeva come funzionassero e perché facessero tornare a vedere bene da vicino coloro che tale capacità avevano perso, ovvero i presbiti. Vasco Ronchi ha ben descritto il silenzio unanime dell’ambiente scientifico e accademico, durato oltre trecento anni, sulle lenti, delle quali non si sapeva spiegare il funzionamento. Leonardo è stato forse l’unico che in quel lungo periodo le ha prese in esame seriamente: ha provato a misurare quanto ingrandivano, ha fatto persino un tentativo di spiegare perché correggevano la presbiopia, ma anche con le sue grandi capacità di inventiva non poteva farcela. Ha però mostrato, anche in questo campo, come in tante altre discipline, il suo atteggiamento “scientifico” in un periodo nel quale il metodo scientifico era ben lungi dall’essere realizzato».
A seguire, anche un intervento a cura dell’Associazione Nazionale Subvedenti Onlus, che ha presentato il progetto “Descrivedendo”, finalizzato alla realizzazione di descrizioni di opere d’arte per favorirne la fruizione da parte di soggetti subvedenti.
(red.)

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