Gli stabilimenti italiani? Un surplus produttivo del 15%

Il management del gruppo padovano non si cela dietro un dito. «Safilo conferma la propria strategia 2020, che include tra gli elementi principali un portafoglio di marchi differenziato per segmenti di mercato, l’internalizzazione della produzione, la semplificazione dei propri presidi commerciali e produttivi», si legge in un comunicato cui è affidato il commento sulla vertenza in corso, richiesto anche da b2eyes TODAY 

«In Italia negli anni recenti abbiamo visto la temporanea necessità di recuperare importanti ritardi e gestire gli impatti iniziali derivanti dal riportare le produzioni in Italia come previsto dal piano – prosegue la nota aziendale - Per realizzare il programma, abbiamo contrattualizzato lavoratori temporanei, circa 500 negli ultimi due anni, di cui abbiamo stabilizzato circa 100 lavoratori nello stesso periodo. In parallelo progressivamente sono andate a termine queste posizioni temporanee, con le ultime 200 che sono a scadenza in questo periodo. Oggi negli stabilimenti italiani si evidenzia un surplus di capacità produttiva pari a circa il 15%, derivante da una serie di congiunture che convergono, tra le quali collezioni che vanno a regime dopo alcune stagioni di esplosione delle richieste e il recupero totale dei ritardi di produzione che si erano accumulati nel passato. Mentre il piano di modernizzazione e semplificazione dei processi e delle strutture sta proseguendo mirato a una crescita sostenibile e a un efficientamento per migliorare l’indispensabile controllo dei costi e della competitività».
Nel comunicato Safilo conferma di aver aperto un tavolo di concertazione con i sindacati e le rappresentanze dei lavoratori «per esaminare congiuntamente tutte le soluzioni possibili atte a favorire una riduzione significativa dell’impatto che la gestione di questo surplus produttivo oggi richiede».
(red.)

 

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