Festival di Venezia: da Lanthimos a Garrone, occhiali protagonisti

All’80esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, che si è conclusa sabato scorso sulla Laguna, le montature si sono confermate un elemento caratterizzante e ricco di significato per molti dei film in concorso, tra cui quelli dei due registi premiati

Tutti d’accordo, il Leone d’oro dell’80esima Mostra del Cinema di Venezia doveva andare a Povere creature! del regista visionario Yorgos Lanthimos, e così è stato. È piaciuto un po’ a tutti questo ironico racconto “gotico” che narra la metamorfosi di Bella, interpretata da una sbalorditiva Emma Stone, che da bambina scoordinata, insolente e capricciosa, un esperimento di laboratorio che la fa sembrare un po’ la figlia di Frankenstein, scappa con un seduttore e si trasforma in una provocante giovane donna, leggera, sensuale, decisamente erotica in una società bigotta e vittoriana. Ma di questo film colpiscono anche gli occhiali che Bella mette a un certo punto durante una crociera (nella foto principale, tratta da YouTube) e che segneranno la sua liberazione da un mondo cupo, rigido e in bianco e nero verso una vita a colori, piena di avventure e di felicità.

Anche in Io, capitano di Matteo Garrone, meritatissimo Leone d’argento, premio alla regia e premio Marcello Mastroianni al protagonista Seydou Sarr, gli occhiali hanno un significato fondamentale: accompagnano i sogni e le aspirazioni dei due giovanissimi protagonisti che dal Senegal vogliono partire a tutti i costi per l’Europa e diventare musicisti famosi. 

Ma in questo festival senza divi hollywoodiani, con lo sciopero degli attori che ha colpito soprattutto le sfilate sul red carpet, i registi storici sono stati i più applauditi. Standing ovation per Woody Allen (nella foto sopra, tratta da agi.it) che a 87 anni ha presentato fuori concorso il suo cinquantesimo film, Coup de chance, ambientato a Parigi e girato in francese. Con la sua intramontabile montatura Moscot Lemtosh e il classico cappellino da pescatore è stato accolto come una star dai numerosi fan in attesa all’embarcadero.

Pure Enzo Jannacci-Vengo anch’io è piaciuto molto, soprattutto ai giovani e giovanissimi che quest’anno in particolare hanno invaso il Festival. È un ritratto intenso, divertente e poetico realizzato da Giorgio Verdelli e presentato fuori concorso a dieci anni dalla scomparsa del geniale artista. Indimenticabili gli occhiali anni 50 che ormai fanno parte del nostro immaginario, come i ritornelli di Ci vuole orecchio, E la vita, la vita proposti con ironia dalla parata improvvisata dalla Funk Off band, accompagnata dal figlio Paolo Jannacci (sempre più il sosia di suo papà), insieme al comico Paolo Rossi.

Rosaria D’Amico

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