Covid: le immagini di oggetti personali ricordano chi non ce l’ha fatta

Il fotografo Roberto Cavalieri è andato alla scoperta dei bagagli abbandonati nel padiglione di pneumologia dell’ospedale di Parma: tra biancheria intima pulita, libri, ciabatte e cellulari, anche occhiali da vista appartenuti a chi pensava di tornare a casa e invece non ci è riuscito

Roberto Cavalieri, 55 anni, insegnante di microbiologia presso un istituto tecnico ed ex reporter di guerra in Africa, ha osservato e fotografato per giorni questi oggetti e ne ha realizzato una raccolta. «Leggendo un annuncio del servizio di volontariato, ho scoperto che gli operatori stavano cercando di restituire i beni ai parenti dei defunti - racconta Cavalieri a corriere.it - Ho capito che nel caos di febbraio e marzo dello scorso anno c’è stata una sorta di negazione delle tracce: alcuni nel vedere le mie foto hanno riconosciuto oggetti dei propri cari e mi hanno scritto per ringraziarmi, perché non sapevano neanche che erano stati conservati».

Fra questi, indumenti, scarpe, documenti sanitari impilati in ordine in un plico, la Settimana enigmistica, la giacca, l’agenda e gli occhiali: ripresi su sfondo bianco, appaiono tutti uguali, ripetitivi in maniera drammatica (nella foto, tratta da corriere.it). Ma tutti per Cavalieri «raccontano la vita che si è fermata in un certo momento, perdendo il contatto con le cose».

(red.)

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