“Si possono indossare le lenti a contatto quando si utilizza il microonde?”

Mentre Mido si prepara a celebrare con grandi eventi il mezzo secolo di vita, quasi dimenticavo di festeggiarne uno personale: trent’anni nell’ottica. O, per meglio dire, tra le tante ottiche

I più arditi lo chiamano outing, i più istruiti storytelling, io che sono nato a pochi minuti dal porto di Venezia lo chiamo sdoganamento. Mi sembra più efficace e umano. Sdoganare i propri ricordi, tutto quello che una persona conserva dentro di sé e che un bel giorno decide di condividere con gli altri: per quanto mi riguarda, non c’è un momento preciso in cui ciò succede. Tu conservi tutto nella tua cassaforte ben protetta e un giorno la cassaforte, senza dirti nulla, si apre da sola. Forse sarà a tempo, mi sono detto. Era arrivato il momento.

Ho iniziato a infilare i miei ricordi dell’ottica nella cassaforte nel gennaio 1990. Marcon, Ciba Vision. Primo giorno di lavoro. Primo picchetto degli operai. Primo sciopero. Io però parlavo veneziano. Un po’ imbastardito dall’inglese e dal milanese degli ultimi cinque anni. “Coxa ti sé venuo a far qua?”, mi urla sul viso uno dei tre capi sindacalisti mentre mi avvicino al cancello. “Par aiutarve a vendar de più”, la traduzione in veneziano di un nuovo responsabile marketing. “Ben, pasa, e me raccomando, fane vendar de più che ne serve”.

Milano, il Gran premio della pubblicità, la prima azienda di contattologia che riceve un riconoscimento per la migliore campagna di direct marketing dell’anno. Direttore creativo della campagna, che progettai, quel Paolo Iabichino intervenuto nel novembre scorso al Convegno Assottica di Roma. La campagna si chiamava Music and Vision. Tante lenti acquistate, gratis un cofanetto con le greatest hit del periodo. Peccato che nessuno mi avesse avvisato che non erano i brani originali ma delle cover ben cantate. La passai liscia.

CityLife Milano, dove una volta c’era la vecchia Fiera. Profumo di forni cittadini e bar alla francese. Corso Magenta era a pochi passi. Si fuggiva dai padiglioni per una birra fredda, Mido era a maggio. Mi godevo le giornate che precedevano l’apertura del salone. “Mi scusi, per me il marchio è un po’ storto”: la persona si girò, mi ringraziò e sorrise. Era il Cavaliere. Stavano disponendo con i trasferibili il marchio Giorgio Armani.

Montecatini fine anni 90, prima dell’esplosione degli Ecm nell’ottica. Insieme alla Professional Optometry dell’epoca si crea e organizza il primo grande evento formativo indipendente. Tantissime aziende e più di mille partecipanti.

Firenze 2019, vent’anni dopo, il primo Progressive Business Forum. Con Ferdinando Fabiano disegniamo un evento per sostenere la crescita del segmento delle soluzioni multifocali per la presbiopia, che in una giornata intera di fine giugno ha coinvolto circa 700 professionisti. “Complimenti”, mi sussurra nella pausa pranzo una partecipante, “la prossima volta, però lasciateci del tempo almeno per andare alla toilette”.

Un passo indietro. Il primo webinar del 2018. Un mondo nuovo. Parli alla telecamera del tuo pc a tante persone lontane. Le “vedi” entrare nella diretta da un contapersone e le immagini come quando all’università si aprivano le porte dell’aula e tu correvi a occupare il posto migliore.

Sono passati trent’anni da quel cancello a Marcon. Oggi c’è un Carrefour. Risuonano ancora nella mia mente le risate dei colleghi quando un ottico mi chiese se si potevano indossare le lenti a contatto mentre si utilizzava il forno a microonde. “Certo, risposi con l’ingenuità di allora, l’importante è che il suo cliente non ci metta la testa dentro”. Vamos, la strada è ancora lunga.

Nicola Di Lernia

Professione