A piedi nudi, nel Mido 2016

È cresciuto molto bene il sole (+9,8%), bene il vista (+5%) e l’oftalmica (6%). Dobbiamo esserne orgogliosi in questo panorama italiano da tinte fosche. E le nostre aziende hanno risuolato più volte le loro scarpe girovagando nell’export con una crescita del 12,3% e sempre un sole in evidenza (+14,2%) e un vista calzante (+8,6%). Lavorando di fino sull’onda delle opportunità del cambio dollaro-euro le esportazioni verso gli Usa sono al +22,8%, in Inghilterra al +38,9%. Una volta tanto possiamo riposare mente e corpo e camminare in totale relax a piedi nudi anche nel nostro mercato, al Mido 2016.
Il vicepresidente Giovanni Vitaloni ci propone di iniziare a farlo nel lungo e suggestivo tunnel che ci accompagna obbligatoriamente al More! dal Design Lab. Il More!, il padiglione novità di quest’anno, è il fazzoletto rosso sull’uniforme da cerimonia di questo Mido 2016: novanta aziende, per lo più debuttanti, il cui filo conduttore è innovazione e creatività, si presentano per la prima volta ai prevedibili 49 mila visitatori record dello scorso anno. Il Mido non è solo novità ma anche riconferme. Fashion District con la sua grande piazza d’affari, Design Lab, la “mamma” del More!, le lenti, i macchinari, l’Otticlub. E proprio all’Otticlub, lo spazio di aggiornamento dell’ottico italiano, il Mido propone due grandi temi. La terza rilevazione della ricerca di GfK sul mercato italiano ed europeo e una ricerca sociologica sui sei gruppi generazionali identificabili nel mondo dell’occhiale da parte di Future Concept Lab.
Se sei un ottico che arriva in treno la domenica e riparte lo stesso giorno, posso darti un consiglio. Dopo il tunnel che collega Il Design Lab con il More! rimettiti le scarpe e incomincia a correre. Gli stimoli sono tanti, gli appuntamenti anche e si sovrappongono alle pure necessità commerciali da espletare. Ormai il Mido non è più un soggetto passivo che aspetta il visitatore. Il Mido è un soggetto pensante che muove le sue pedine con l’obiettivo di creare una scacchiera la più competitiva possibile. Sta a te decidere quale ruolo recitare: pedone o cavallo? L’odierna complessità e varietà di questa manifestazione è lo specchio di un’industria che non smette di stupirci. Aziende che tornano a produrre di più in Italia, puntano sulla qualità e sul benessere dei materiali utilizzati. Aziende che ripensano l’occhiale in modi e forme diverse. Come dice bene Marcolin, l’arte dell’intraprendere italiana è ben rappresentata dalle 106 nuove imprese che calcano il palcoscenico del Mido. Unico e irripetibile.
Se posso regalare un’idea all’organizzazione, con tutti questi stimoli che ci avete proposto in conferenza stampa, tornate a una cornice del venerdì più consona alla “Milano da bere”: presidiate piazza Duomo con un gigantesco occhiale che ricordi cosa sta succedendo e chiedete agli ottici milanesi di farsi coinvolgere nelle vetrine all’arrivo di questa grande kermesse. Come a Salisburgo fanno con il Festival della Musica, il Mido ha bisogno anche di Milano.   
Nicola Di Lernia

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