Se a Mido fossi un angelo (ma non lo sono)

Nelle questioni economiche e strategiche è importante vedere le cose lontane come fossero vicine. E quelle vicine da lontano. L’opportunità arriva dai quattro eventi di Vision up-to-date all’Otticlub

Quattro temi convergenti e strategici: la difesa dalla luce blu e lo stato dell’arte dell’UV protection, la comunicazione tra ottico e oculista e lo status quo dell’aggiornamento professionale. Proprio come nella canzone di Lucio Dalla, mi piacerebbe sorvolare sulla mappa di questi temi per poterne individuare il succo della questione e affidarlo al pubblico in sala e a chi seguirà successivamente il dibattito sul web.
Sui trattamenti e le protezioni l’ottica in questi ultimi anni ha fatto passi sostanziali. Nell’area professionale esistono a volte percentuali di eccellenza sul trattamento delle lenti da vista. Sebbene il palcoscenico recente sia stato tutto per la luce blu, trainata dalla questione psicologica dell’abuso dei dispositivi elettronici, non va dimenticato che il buco dell’ozono non l’abbiamo coperto, anzi, e che il sole è sì amico ma a volte anche catalizzatore di malattie della pelle e, perché no, degli occhi. L’aver chiamato la tavola rotonda “UV alert” sta a indicare che non possiamo mollare l’attenzione sul sole perché la gente ha più bisogno oggi di ieri degli ottici; e che il problema della luce blu non è solo legato all’elettronica ma anche alla luce naturale. Per questo la tavola rotonda sul “Digital surround”, tutto ciò che gira attorno alla luce blu, viaggia a braccetto con quella dell’UV. Sono temi associabili e disgiunti che non possono essere banalizzati in un’offerta commerciale all inclusive che risolve la questione.
Aprono e chiudono le quattro tavole rotonde i temi sulla comunicazione ottico-oculista e lo status quo dell’aggiornamento professionale insieme alle scuole dell’ottica. Anche qui la collocazione temporale degli eventi non è casuale. In un momento particolarmente delicato nei rapporti con la classe medica il mondo ottico deve saper trovare i codici di lettura e linguaggio adeguati a rilassare il campo e identificare una strada unica di dialogo. Non è cosa da poco. Anche un angelo troverebbe delle difficolta. Ma, paradossalmente, questo nodo non si scioglie solo attraverso la definizione di chi fa cosa e con cosa, aree su cui i Nas sono recentemente intervenuti. Il nodo tra le due categorie va allentato anche attraverso un programma di studi e aggiornamento adeguati alla figura dell’ottico abilitato e del laureato (i due titoli ufficiali), con la specializzazione in optometria, che sarà in grado, si spera, nel 2020 di operare in sinergia con l’oftalmologo. D’altro canto la miccia si è accesa nella primavera del 2016 proprio dopo il titolo di un convegno di ottici, previsto a Napoli. Non dimentichiamolo.
pillole@nicoladilernia.it

 

Professione