Pompei: gli antichi romani usavano già le lenti?

Non sono mai state ritrovate montature vere e proprie, ma solo vetri in grado di ingrandire le immagini

Antichi romani inventori delle lenti oftalmiche? In realtà è stato spesso negato che ne conoscessero l’utilizzo per ingrandire le immagini poiché, secondo gli studiosi, sarebbe stato troppo complesso ottenere vetri e cristalli sufficientemente trasparenti e impossibile molarli con una certa precisione. I ritrovamenti archeologici più recenti degli scavi di Pompei, confermano, invece, il contrario. 
«Dal passato sono emerse lenti che sembrano assolutamente create per migliorare la visione - racconta Andrea Cionci su La Stampa - Una tecnologia anche più antica dei romani stessi, come dimostrano i reperti di Cnosso, nell’isola Creta, risalenti addirittura all’età del bronzo, periodo collocato fra il 3.500 il 1200 a.C., ma perfezionata da questi».
Da Pompei provengono dunque, oltre a prismi di cristallo di grande precisione e regolarità usati per scomporre la luce nei colori dello spettro, anche piccoli vetri più curiosi, rotondi, leggermente convessi, capaci di fornire un’immagine nitida e ingrandita. Sempre dall’utilizzo del vetro e delle lenti gli antichi avevano almeno intuito le basi di una tecnologia assolutamente contemporanea: il laser. Se è infatti noto che i cittadini dell’impero usassero lenti per concentrare i raggi del sole e accendere il fuoco, grazie ai ritrovamenti abbiamo la conferma che usavano anche lenti per cauterizzare le ferite, di guerra o chirurgiche, comportandosi in modo molto simile a quello che si fa oggi in sala operatoria.
(red.)

 

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