Perché non dimenticheremo la lezione di Costantino Bianchi

L’improvvisa e inattesa scomparsa del dott. Bianchi ci rattrista profondamente. Ci ha lasciato un medico di grande spessore, un oftalmologo qualificato che era un riferimento limpido e autorevole sia per noi che siamo stati suoi studenti all’Isso di Milano sia per numerosi ottici optometristi del territorio lombardo, che a lui si riferivano come specialista oftalmologo

Lo ricordiamo soprattutto come insegnante preparato, sobrio e appassionato. Oltre a essere impegnato in numerose attività sindacali e scientifiche, Costantino Bianchi per lungo tempo ha, infatti, insegnato Patologia Oculare all’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano, contribuendo a plasmare centinaia di colleghi che nella scuola di optometria milanese, nell’ultimo scorcio del Novecento, hanno studiato con serietà. A scuola, Costantino Bianchi (nella foto, da sinistra, con Maffioletti a un evento di Vision up-to-date a Mido 2016) si è distinto per la puntualità, la preparazione e la chiarezza nell’esposizione: il suo modo di sviscerare gli argomenti, punto a punto, semplificava la comprensione dei concetti, mentre la sua metodologia didattica, diretta e stimolante, gli consentiva di mantenere costantemente elevata l’attenzione degli studenti.In aula, durante la sua lezione, non volava una mosca. Ogni sua lezione aveva uno stile riconoscibile e personale perché incarnava, per noi, uno stile. Era un docente competente, forte e autorevole, ma non solo: il suo stile era la trasmissione di un sapere vero. Il dott. Bianchi era in grado, infatti, di rendere vivo il contenuto delle sue lezioni e mediante frequenti esempi, opportuni casi clinici, lucide considerazioni diagnostiche riusciva a esprimere un sapere vivo, agganciato alla realtà, concreto, essenziale allora e oggi nella nostra attività professionale ordinaria. Il dott. Bianchi, come gli altri docenti, in quel periodo partecipava regolarmente ai Convegni Scientifici dell’Isso Milano, appuntamenti biennali che richiamavano centinaia di ex alunni per incontrarsi e per aggiornarsi. Nei temi monografici che venivano proposti nelle varie edizioni (ametropie, sovraccarico visivo, lenti a contatto, presbiopia, ecc) riusciva puntualmente a utilizzare in modo efficace il tempo a disposizione, per trasmettere contenuti e valutazioni nel suo stile serrato, incalzante e chiaro; i suoi interventi, puntualmente pubblicati sulla Rivista Italiana di Optometria, esprimevano con autorevolezza l’approccio medico-scientifico a ogni specifico argomento Aveva voluto raccogliere le sue lezioni nell’agile ed efficace testo Manuale di Oftalmologia essenziale, uscito nel 1995 e scritto con due colleghi, Francesco Bandello e Rosario Brancato. Nell’introduzione al testo, il dott. Bianchi spiegava come fosse importante, per tutti gli operatori del settore, avere a disposizione un manuale di pronta consultazione in lingua italiana, a fronte del moltiplicarsi di libri di testo iperspecialistici della materia oftalmologica.  Quel manuale, edito da Ghedini, è divenuto uno dei testi di stabile consultazione nella nostra quotidiana attività professionale optometrica e contattologica. Gli interventi a corsi e congressi, i numerosi articoli scientifici e l’attività didattica di Costantino Bianchi conserveranno il suo stile, il suo modo di essere medico e oftalmologo fatto di competenza, serietà, formazione permanente, rigore metodologico e grande attenzione agli aspetti specifici e generali della persona esaminata. La campanella è suonata, ora la scuola è finita. Ma non dimenticheremo la lezione di Costantino Bianchi.

Silvio Maffioletti

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