Nas nei centri ottici: Federottica scrive alla magistratura

«Federottica ritiene, in questo modo, di dare un costruttivo contributo agli organi inquirenti per effettuare le indagini, tenendo però conto anche di tanti aspetti che la Soi, nelle sue segnalazioni, forse non ha ritenuto opportuno prendere in considerazione – prosegue la nota - Federottica, sempre nella sua veste di sindacato di categoria, sta effettuando su tutto il territorio nazionale dei corsi di aggiornamento a livello legale su queste tematiche, organizzati presso le associazioni provinciali richiedenti. Inoltre, mantiene vigile il controllo del territorio attraverso, ovviamente, le Federottica provinciali».
Sono tre i livelli che vanno considerati in questa vicenda, secondo l’associazione di categoria. «Nella denuncia della Soi vengono stigmatizzati strumenti che in un centro ottico si possono, senza dubbio alcuno, regolarmente tenere e utilizzare, quali, ad esempio, schiascopi e topografi corneali. Altri strumenti, con una doppia valenza diagnostica e tecnica, risultano decisamente utili all’ottico applicatore di lenti a contatto (ex D.M. 3 febbraio 2003), purché con finalità puramente tecniche: ad esempio il pupillometro, in particolar modo in fase di applicazione di lenti corneali multifocali. Il terzo e ultimo livello riguarda quegli strumenti, ad esempio il retinografo, che pur non essendo previsti né dalla legge né dalla giurisprudenza servirebbero in una logica costruttiva di collaborazione ottico optometrista-oculista, nella quale il tecnico si limita a scattare una fotografia per poi lasciare in via esclusiva al medico oculista la parte di refertazione e quindi di diagnosi», spiega a b2eyes.com il presidente di Federottica, Andrea Afragoli (nella foto), secondo il quale non si può trascurare l’evoluzione della tecnologia anche nel campo della strumentazione ottica e oftalmologica, purché nel rispetto delle rispettive prerogative professionali.
A.M.

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