Monopoli con i calzoni corti

Vinta la sfida di Giancarlo Montani, mentore di questo Congresso, di portare il tema del Digital Eye Strain alla ribalta italiana di una due giorni di qualificati relatori locali e internazionali. L’evento però rischia di rimanere una giovane promessa che cresce senza l’abbigliamento adatto

Del Digital Eye Strain si ha l’impressione di poterne parlare per giorni pur con evidenti sovrapposizioni. Il tema è croccante. Le aziende oftalmiche hanno già fatto esperienza a tal proposito. Quelle di lenti a contatto sono arrivate con le prime soluzioni all’apparenza già performanti. D’altro canto la prima vittima del Digital Eye Strain fu negli anni 90 proprio il portatore di lenti a contatto, che ammicca meno della metà del normale quando lavora al pc. Quindi quella delle digital lac è un’innovazione dovuta, che completa la griglia di partenza di questo gran premio “blu” cui andremo ad assistere sul banco degli ottici nei prossimi anni. A Monopoli arrivano congressisti competenti e curiosi, quasi 400 quest’anno, che si affidano alla esperienza local e glocal di Montani per apprendere nuovi metodi, trovare conferme delle proprie idee, essere illuminati da un relatore internazionale. Per tale motivo l’avvertenza di questo evento non vale per loro: la banalizzazione del tema digital, tema che ci accompagnerà per molti anni, sta nell’ipotesi che l’ottico proponga un trattamento o materiale anti blu come il farmacista consigliava l’aspirina per ogni piccolo malessere. La soluzione ideale non sta solo qui ma è parte di un processo che ha a che fare, purtroppo, con le capacità optometriche del professionista che si pone di fronte al cliente “blu”. Parlando con Silvio Maffioletti, uno dei relatori di Monopoli 2017, la sua sintesi finale è: dobbiamo dare la lente giusta, non solo il trattamento; valutare la distanza di visione e la salute dell’occhio, tenendo conto del film lacrimale, rispetto all’utilizzo digitale.
Nei miei due interventi (nella foto) ho sottolineato altrettanti aspetti che si possono abbinare a queste considerazioni: il web, per gli psicologi, sta assumendo i connotati di una patologia causata da una droga leggera che isola, eccita e fa vivere in un mondo parallelo a quello reale. Serve quindi aggiungere alla perizia dell’optometrista un’anamnesi comportamentale della vita digital del cliente, una sorta di “holter” delle 24 ore. Da questa tabella di marcia si devono evincere dei consigli di educazione visiva indispensabili a ripristinare un primo equilibrio visivo di chi abbiamo di fronte. Ricorrendo poi alla tecnica della “spinta gentile” del premio Nobel dell’economia 2017, Richard Thaler, portare subito il cliente a scelte indispensabili per il benessere visivo. Non dobbiamo convincerlo, dobbiamo fargliele accettare. Come il canone Rai in bolletta. La creatura che Montani ha messo alla luce festeggerà per l’appunto nel 2018 il suo decennale. Sarò tra quelli che gli faranno i migliori auguri ma con l’avvertenza che a questo “giovane” è il tempo di cambiare i calzoni corti con cui è cresciuto. Il Congresso ha creato un nucleo solido di “discepoli” tra i professionisti e le aziende. Mi permetto di dargli tre consigli. Porti maggiormente il proprio contributo scientifico a questo simposio senza paura di sottrarre spazio ai suoi invitati. Tutti ne saranno più felici. Crei un timone adeguato alle molte sollecitazioni che distribuisce sul banco delle relazioni. Sarà utilissimo a chi lo segue. E, infine, compri un paio di pantaloni nuovi alla sua creatura. Anche al sud, prima o poi arriva l’inverno.
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