GrandVision San Ruffillo: accordo consensuale o precedente pericoloso?

«A conclusione della procedura di conciliazione con le dipendenti del negozio GrandVision by Avanzi situato presso il centro commerciale San Ruffillo di Bologna (nella foto, tratta da Google Maps), l’azienda intende effettuare alcune precisazioni in merito alla vicenda – si legge in una nota di GrandVision Italy - In seguito alla repentina decisione da parte della proprietà dei locali di non proseguire la collaborazione con GrandVision Italy, l’azienda è stata costretta alla cessazione dell’attività. Di conseguenza sono state proposte alle tre dipendenti diverse soluzioni, tra cui anche il mantenimento del posto di lavoro presso altri negozi della stessa catena. Non risponde al vero, quindi, qualsiasi riferimento a licenziamenti».
Secondo Aldo Giammella, tuttavia, le cose non stanno proprio così. «L’incontro presso la Direzione territoriale del lavoro è obbligatorio, secondo quanto previsto dalla Legge Fornero del 2012, per l’azienda che decide di cessare un’attività e quindi, di fatto, di licenziare i dipendenti coinvolti: in questo caso le lavoratrici non sono state ricollocate, men che meno in uno dei negozi della società nella provincia di Bologna come da noi richiesto, ed è stato trovato solo un accordo per l’esodo delle stesse, che sono quindi uscite con un incentivo», dice a b2eyes.com il segretario generale di Uiltucs Bologna ed Emilia Romagna. L’entità dell’incentivo non è conosciuta, dal momento che il sindacato non ha seguito le tre dipendenti durante l’incontro alla Direzione territoriale del lavoro. «In questa sede è più opportuno che vengano seguite dai propri avvocati – precisa Giammella – Quel che invece va stigmatizzato è il comportamento della società in tutta questa vicenda: in vent’anni che seguo vertenze sindacali è la prima volta che un datore di lavoro ci risponde che preferisce seguire le vie istituzionali anziché concedere un incontro preventivo con la controparte sindacale, richiesto in questo caso ben due volte. In sostanza GrandVision Italy ha rifiutato un tavolo, creando così un pericoloso precedente nelle relazioni sindacali dell’ottica e non solo».
Diversa, invece, risulta la valutazione dei fatti da parte di GrandVision Italy. «In seguito allo sciopero dei negozi GrandVision appartenenti all’area di Bologna, proclamato lo scorso 10 marzo, ancor prima che il tentativo di composizione della controversia avesse luogo, l’azienda si è astenuta dal prendere alcuna posizione in attesa che la vicenda delle lavoratrici venisse definita in occasione del collegio di conciliazione previsto per il 31 marzo. Questo soprattutto per tutelare le interessate durante il confronto in corso – si legge nel suddetto comunicato della catena - Riteniamo quindi necessario evidenziare come la vicenda, conclusasi con un accordo tra le parti, sia stata impropriamente utilizzata come strumento di turbativa all’interno di un’azienda che si è sempre mostrata garante e rispettosa dei diritti dei lavoratori».
A.M.

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