Firenze: se franchising spaventa, chiamatela affiliazione commerciale

«Il futuro del commercio dell’ottica sarà in franchising? La risposta alla domanda di questo convegno per me è ni», ha dichiarato alla platea Nicola Di Lernia, affermando come sia meglio chiamarla affiliazione commerciale questa formula, ancora per molti aspetti insolita nell’ottica, «perché ci vogliono i numeri ma anche l’empatia, perché i gruppi che oggi nell’ottica si cimentano nel franchising a loro volta nascono da gruppi della distribuzione associata e perché le stesse catene che se ne occupano a loro volta nascono da realtà familiari», ha ricordato il professionista veneziano, sottolineando, inoltre, come l’ottico mantenga un ruolo sociale ancora prima di quello commerciale, soprattutto nei piccoli centri in cui è trattato con una certa reverenza. «E mi auguro che Andrea Afragoli sappia custodire questo ruolo sociale, perché così si tutela anche quello commerciale», ha sottolineato Di Lernia.
Il presidente di Federottica nazionale, infatti, era intervenuto all’evento organizzato da Sga-Sioo in collaborazione con questa testata con un aneddoto. «Era il 1983, stavo facendo l’esame di maturità a Ragioneria e ricordo che già allora ci chiesero cosa fosse il franchising: nessuno di noi lo sapeva – ha detto Afragoli – Molti ottici nascevano prima come imprenditori e poi diventavano professionisti, con la formazione optometrica. Ma oggi molti giovani che ho occasione d’incontrare partono dalla professione, spesso con formazione universitaria, e si trovano a dover fra fronte a una scelta imprenditoriale: il franchising potrebbe essere un’opportunità in questo senso».Dopo gli interventi di questi e altri esperti e professionisti nella mattinata, nel pomeriggio il convegno ha ospitato le aziende che oggi detengono la fetta più ampia del mercato del franchising o affiliazione commerciale dell’ottica in Italia, cioè Nau!, Salmoiraghi & Viganò e VisionOttica, o ambiscono a entrarvi, come nel caso di Netcity con Acuitis: il loro management ne ha sviscerato numeri, obiettivi e anche difficoltà, grazie soprattutto a un’animata talvolta rotonda coordinata dal direttore di Largo Consumo, Armando Garosci, che ha coinvolto la platea. Cogliendo così il significato più profondo di questo evento, riassunto nelle parole di uno dei suoi protagonisti, Fabrizio Valente. Secondo il numero uno di Kiki Lab, infatti, «l’affiliazione oggi è soprattutto un’opportunità e serve per liberare all’ottico tempo prezioso, così che possa dedicarsi alla cosa più importante che ha: il suo cliente» (nella foto, uno scorcio della platea all'evento fiorentino, coinvolto in una sorta di gioco di ruolo da Valente).
A.M.

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