Facciamoci un “Holter visivo”

La categorizzazione delle lenti oftalmiche parte dalla declinazione dei momenti della vita di tutti i giorni di un cliente che non può far tutto con un solo occhiale. Ecco perché può aiutarci il dottor Norman J. Holter

L’ECG dinamico secondo Holter è una metodica diagnostica utilizzata per monitorare l’attività elettrica del cuore durante un intervallo di tempo solitamente di 24-48 ore: prende il nome dal fisico statunitense, che la ideò nel 1961.
Se qualcuno inventasse una sorta di “Holter visivo” in grado di registrare cosa e come vede il cliente nell’arco delle 24-48 ore, credo che anche l’ottico o l’optometrista più smaliziato potrebbe essere sorpreso dai risultati. Di fatto nell’anamnesi tradizionale non è possibile avvicinarsi alla realtà di come vede, in quanto lui stesso non è in grado di descriverla. Ogni giorno mastichiamo senza sapore ore tra pc, smartphone, riunioni, vendite a banco, viaggi in auto e tant’altro che la stessa domanda rivolta a noi stessi (come, cosa e quanto vedete in un giorno?), ci coglierebbe impreparati.
Nel mio intervento al Congresso 2017 di Monopoli, riaffermato poi alla tavola rotonda “Digital surround” di Vision up-to-date a Mido 2018, ho presentato un prototipo di “Holter visivo” realizzato su me stesso. Quarantotto ore tra un venerdì e un sabato qualsiasi. Chi ha avuto l’esperienza dell’Holter vero sa che la prima avvertenza del medico è che il paziente viva la sua giornata tipo senza pensare che ha una macchina sul petto che registra, attraverso suoi movimenti, le stimolazioni del cuore. Il mio “Holter visivo” a fine giornata mi comunica che ho trascorso quattro ore in auto, quattro su pc e smartphone, due all’aria aperta, altrettante per dibattere su un tavolo con quattro persone, un altro paio per preparare colazioni e cene e, infine, un’ora per la lettura da vicino. Può sembrare noioso a prima vista questo esperimento, ma è particolarmente esaustivo delle stimolazioni visive subite nel corso della giornata e di quali dotazioni avrebbero permesso di essere sempre al top: in una giornata come quella descritta dall’“Holter visivo” ho utilizzato dai tre ai quattro tipi di occhiale. È probabile che il sabato, a cena con amici, possa indossare quell’occhiale sfizioso che in un incontro di lavoro preferisco evitare oppure il sole-vista cool per la passeggiata di mezzogiorno.
Se dunque chiedete al vostro cliente di prendere nota della sua giornata tipo di lavoro e relax, potreste sorprenderlo di quante cose diverse fa con un solo occhiale o al massimo due. La ripartenza delle buste lavoro inizia da questo stupore e dalla nuova consapevolezza che probabilmente con il nostro caro occhiale rischiamo di essere poco dotati e performanti in un mondo che ci chiede velocità, sicurezza e, perché no, l’immagine giusta al momento giusto. Categorizzare l’oftalmica, e non solo le montature come oggi, significa ripensare il business dell’ottica in una visione dinamica e non statica. È finita l’era dell’occhiale per tutto. Speriamo che se ne accorga anche l’ottico.
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