Clima ed elezioni: quanto hanno influito sulle casse dell’ottica?

Il fatto che il tempo atmosferico sia così diffuso e utilizzato come “conversation starter” deriva dalla considerazione che il meteo influenza tutti, nessuno escluso, allo stesso modo

Ma quanto incide il meteo sui consumi di un feroce trimestre invernale abbinato a una elezione politica nazionale? Gli americani in questo sono bravi. Non paragonano mai due trimestri di fatturato se non affiancano il trend del tempo atmosferico. Ho consultato gli archivi di meteo.it per la città di Venezia e ho comparato i giorni di pioggia e neve che si sono verificati tra il primo trimestre di un anno fa e quello appena passato. Nel totale abbiamo avuto 27 giornate di pioggia nel 2017 con assenza di neve, mentre nel 2018 ne abbiamo avute 38 di cui 4 con neve. Sempre nel 2018 abbiamo avuto il fenomeno eccezionale di Burian, in due riprese a cavallo di febbraio e marzo, con una sovraesposizione mediatica del tema a vantaggio dello “stare a casa”. Ma quanti sono i meteopatici in Italia? Secondo le stime, sarebbero circa il 5% della popolazione, i meteosensibili invece il 30-40%; tutti però “sentiamo” il tempo, anche se non ce ne accorgiamo e non abbiamo veri e propri sintomi. «Quando le condizioni meteorologiche cambiano, l’organismo deve adattarsi e subisce perciò uno “stress”»: lo sostiene Umberto Solimene, presidente del Centro di Ricerca in Bioclimatologia Medica dell’Università di Milano.
L’Italia ha subìto un secondo stress, quello delle elezioni politiche del 4 marzo scorso, che non si è ancora concluso. Quanto può aver influito quest’altro episodio sulle casse anche dell’ottica? In un sondaggio realizzato da EMG-Acqua su un panel di 2.200 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, è stato chiesto se a marzo si riteneva di variare il proprio comportamento d’acquisto in confronto allo stesso mese dell’anno precedente. I risultati rilevano una contrazione che è tipica del periodo elettorale. Nello specifico gli italiani hanno dichiarato di: andare meno al cinema (per l’1,4% del campione), mangiare meno fuori casa (1,4%), fare meno acquisti di abbigliamento e calzature (1,3%), recarsi meno in un negozio di abbigliamento/calzature (1,3%), andare meno in un centro commerciale/outlet (1,1%). L’incertezza politica ha meno peso invece nell’acquisto quotidiano di alimentari, incidendo soltanto per lo 0,5% della popolazione.
Bob Dylan cantava in Subterranean Homesick Blues che “you don’t need a weatherman to know which way the wind blows” (“Non hai bisogno di un esperto per sapere da quale parte tira il vento”). Se la primavera italiana è finalmente sbocciata, regalandoci magari un nuovo assetto politico stabile, il vento sarà sicuramente più favorevole. Non facciamoci trovare impreparati.
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