Usa, la terapia per curare la cecità è high-tech

La ricerca di rimedi contro la cecità sta dando buoni risultati. Infatti, gli ingegneri delle protesi hanno messo a punto una retina artificiale, composta da una serie di elettrodi da impiantare nella parte posteriore dell’occhio, che ha restituito parzialmente la vista a persone completamente cieche. Lo studio ha coinvolto 15 pazienti che hanno ricevuto l’impianto e, dopo tre mesi, sono stati sottoposti a una serie di test: dieci di loro sono riusciti a identificare la direzione di oggetti in movimento.
Per trasmettere gli impulsi luminosi agli elettrodi impiantati nella retina, i pazienti dello studio hanno indossato occhiali dotati di una piccola telecamera collegata a un computer attaccato alla cintura. Il computer è in grado di elaborare le immagini registrate dal video e di inviare i dati agli elettrodi impiantati nella retina. Quando i pazienti sono stati invitati a osservare un monitor scuro, dove scorreva una barra bianca, sono riusciti, grazie al dispositivo, a distinguere il movimento di quest’ultima.
In un altro esperimento, invece, la retina è stata “ricostruita” in laboratorio con cellule retiniche fetali. Ricercatori dell’Università della California a Irvine, hanno poi trapiantato lo strato di cellule nell’occhio di dieci pazienti, quattro con una degenerazione maculare senile e sei con retinite pigmentosa: sette di loro sono migliorati, in un caso la situazione è rimasta la stessa e nei restanti due la malattia è peggiorata.
Un terzo esperimento, questa volta condotto su animali, ha rivelato che una proteina ingegnerizzata, sensibile alla luce, è in grado di restituire la visione a roditori affetti da retinite pigmentosa. La proteina si chiama LiGluR (Light Activated Glutamate Rceptor) e può stimolare o inibire l’attività dei neuroni a seconda della lunghezza d’onda della luce.
(red.)

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