Perfetti (Luxottica): non siete solo dei codici

«Il suo è un caso isolato, per Luxottica gli ottici italiani restano importanti», ha aggiunto Vittorio Perfetti rispondendo a un intervento critico nei confronti della politica dei codici avviata dalla più grande azienda mondiale di montature, ma anche riguardo al suo approccio all’online. «I clienti spesso entrano in negozio, guardano i Ray-Ban, chiedono il prezzo e poi vanno sul sito ufficiale ad acquistarli – è stata una delle critiche emerse dal pubblico – E anche i Ray-Ban personalizzabili ci costano di più che sul canale web». Il botta e risposta ha animato il confronto tra platea e relatori: il cuore del problema e delle preoccupazioni degli imprenditori ottici era soprattutto l’e-commerce, affrontato pressoché da tutti i relatori. «Non possiamo sottrarci all’idea che non solo il settore dell’ottica, ma tutto il mondo è cambiato e continua a cambiare velocemente con le nuove tecnologie – ha aggiunto Perfetti – Il negozio, però, mantiene un ruolo importante nella vendita, purché faccia vivere al consumatore un’emozione». Se le vendite online rappresentano ancora una nicchia di mercato, soprattutto nell’oftalmica e nella contattologia, per motivi legislativi e culturali, come hanno ricordato rispettivamente Marco Caccini, vicepresidente Italia del Gruppo Essilor, e Cristina Croze, business unit head vision care di Alcon Italia, nelle montature invece, in particolare da sole, sono ormai uno dei competitor più agguerriti. Per contrastarle e per proporsi come un imprenditore all’altezza dei tempi attuali l’ottico italiano, oltre che sulla professionalità, deve puntare su nuovi strumenti come la pianificazione e il controllo, da una parte, e la promozione del punto vendita, soprattutto attraverso i nuovi strumenti messi a disposizione dal web, dall’altra: lo hanno evidenziato anche i 145 questionari raccolti dagli organizzatori dell’evento. «Sono arrivati prevalentemente da centri ottici con un massimo di cinque collaboratori, collocati per lo più nei centri storici delle loro località, molti dei quali non hanno una strategia a 3-5 anni e nemmeno redigono un budget annuale – ha spiegato Andrea Cappellini, imprenditore ottico toscano e coordinatore della Scuola di Gestione Aziendale che fa capo alla Sioo di Firenze – La formazione già la fanno e la fanno fare ai loro collaboratori, ma non la ritengono sufficiente per la loro attività quotidiana e ne sentono la necessità soprattutto nel controllo di gestione e nella comunicazione su internet». Dal meeting di domenica è così emersa forte, anche grazie agli interventi dell’ottico ravennate Giovanni Forlini, di Maria Chiara Visentin di Bludata e della docente Francesca Rulli, l’esigenza di agganciarsi a dati concreti e reali per monitorare costantemente il business, utilizzando al meglio i gestionali già in uso e sfruttando le opportunità offerte da strumenti per molti ancora inesplorati, come il Crm, con un solo obiettivo: valorizzare il vero e principale patrimonio di un centro ottico, la conoscenza approfondita di ognuno dei suoi clienti (nella foto, un momento dell’evento “L’ottico tra impresa e professione”, all’Hotel Londra di Firenze).
A.M.

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