Naroo: nel Regno Unito non interessano i titoli ma le competenze

«Nel Regno Unito non abbiamo tanti oftalmologi quanti in Italia, quindi l’optometrista ricopre anche funzioni mediche – ha ricordato Shehzad  Naroo (nella foto) di fronte alla platea di ottici, optometristi e studenti del Congresso Zaccagnini 2013 – Nel nostro paese la laurea in optometria è di tre anni e viene rilasciata da nove università. Una volta conseguito il diploma, il neo optometrista affronterà un anno di apprendistato, durante il quale almeno un giorno alla settimana dovrà lavorare con un oftalmologo. I laureati inglesi in optometria per il 70% trovano lavoro nei negozi di ottica e più della metà di questi nelle quattro principali catene. Il resto trova sbocchi negli ospedali, nell’industria e nella ricerca».
Fabrizio Zeri, moderatore del workshop, ha ricordato che per fare un parallelismo con la realtà optometrica italiana, bisogna considerare lo scenario in cui viviamo. «In Inghilterra sono attivi soltanto ottocento oftalmologi, un decimo di quelli del nostro paese – ha spiegato Zeri – gli scenari tuttavia potrebbero in prospettiva cambiare: gli specializzandi in oftalmologia, infatti, stanno diminuendo e in futuro potranno avere sempre più bisogno degli optometristi».
Anche Naroo ha sottolineato i mutamenti in atto. «La distribuzione sta cambiando, con un sempre maggiore accesso all’acquisto online  o nei supermercati di prodotti ottici: quindi l’optometrista dovrà fornire sempre più servizi al suo cliente e puntare sull’aggiornamento continuo delle sue competenze professionali».
A.M.

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