Mido si prende un 7 (di stima e incoraggiamento)

Il voto è la sintesi della valutazione sul lavoro svolto da ogni espositore interpellato, sull’organizzazione e sui servizi ricevuti.
Il Frecciarossa che domenica ha portato in fiera 600 persone, tra ottici, accompagnatori e studenti, è stato unanimemente accolto come un’iniziativa utile e originale: magari gli stessi visitatori sarebbero venuti comunque al Mido, ma il senso di servizio e accoglienza ha garantito diverse centinaia di buyer soddisfatti e più motivati. Molto positivo anche il ritorno alla formazione, concreta e stavolta anche interdisciplinare: a Vision Up-to-date si sono iscritti oltre 600 professionisti, alcuni dei quali nella giornata di domenica non hanno addirittura trovato posto nei corsi pratici pomeridiani. L’iniziativa ha dato lustro all’OttiClub, che quest’anno ha fatto registrare un’agenda meno ricca in fatto di conferenze e pubblico, con la sola eccezione di quella sulla nuova normativa in materia di professioni non regolamentate, anch'essa peraltro meno frequentata dell’omologa di un anno fa che è coincisa con il debutto del Registro dell’Optometrista Magistrale.
Quasi tutti gli espositori hanno, poi, evidenziato gravi lacune nei servizi gestiti dall’ente fiera: dalle difficoltà di accesso, in auto e nei padiglioni, alle perdite d’acqua nel padiglione 15, dalla scarsa pulizia alla mancanza di una navetta interna, vista la lontananza dall’ingresso della metropolitana, fino alla carenza di personale nei servizi di ristoro; disagli che si sono sommati al consueto sovraffollamento per la concomitanza con le altre tre fiere dell’accessorio moda (Micam, Mipel e Mifur), portando così ancora una volta alla ribalta la questione delle date. Secondo alcuni espositori delle montature fashion e di design, infatti, l’anticipo a marzo oggi non soddisfa più: vorrebbero un ritorno a maggio o, viceversa, addirittura un anticipo a gennaio. Magari aprendo il salone, a detta dei marchi più orientati alla moda giovane, street e sportiva, anche al consumatore finale. In sintesi l’impressione su Mido 2013 è stata quella di una fiera inevitabilmente figlia dei tempi: sottotono se paragonata ad alcuni anni fa, ma ancora punto di riferimento per i professionisti della visione, anche in termini di offerta tecnologica, nonostante le importanti assenze nel padiglione 22. Il voto complessivo, quindi, è un premio agli sforzi fatti dagli organizzatori per fermare l’emorragia di espositori e visitatori, ma anche un invito a non dormire sugli allori e a evitare ulteriori e pericolosi passi indietro (nella foto un flash della fiera).

A.M. e N.T.
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