Mido, l’estero ha fatto da traino

Al Mido Design Lab la soddisfazione è stata palpabile. «Abbiamo lavorato molto bene con i buyer stranieri – ha spiegato a b2eyes.com Eric Balzan, fondatore insieme a Mirko Forti di Hapter, brand bellunese noto per l’uso del cotone del Lanificio Cerruti nella realizzazione delle proprie collezioni – Rispetto alle scorse edizioni ci sono stati meno visitatori asiatici, poiché quasi contemporaneamente a Mido erano in programma un’altra fiera di settore, quella di Shangai (Siof, dall’1 al 3 marzo, ndr) e i festeggiamenti per il Capodanno cinese». Gli fa eco Riccardo Cabrin, responsabile di JFRey per il Nord Italia. «Certamente questi due eventi hanno penalizzato la fiera – ha detto Cabrin – Noi abbiamo comunque lavorato molto bene sia sabato sia domenica, non abbiamo avuto un minuto libero tra un appuntamento e l’altro. Mido dovrebbe, però, cercare di organizzare anche per il lunedì qualche evento che attragga maggiormente i visitatori, soprattutto gli italiani, visto che il 95% dei centri ottici del nostro paese in questa giornata è chiuso». Ottimo Mido anche per Pugnale & Nyleve che ha debuttato al salone milanese. «Abbiamo avuto un ottimo riscontro – ha spiegato al nostro quotidiano online Emanuele Pugnale, fondatore della società di Fagagna, in provincia di Udine - Il nostro prodotto è risultato molto interessante». E sempre in fatto di debutti, soddisfazione anche per chi, come Nuiit, ad esempio, ha esposto alla LabAcademy, apprezzando soprattutto l’internazionalità dei visitatori. «È stato uno spazio ben studiato e originale anche nelle proposte, tutte all’insegna della ricerca, qualcuna anche già vendibile nei negozi di ottica - hanno commentato a b2eyes.com Sabino Bux e Michele Cassano, giunti dalla Puglia alla scoperta di novità di prodotto - Il valore aggiunto portato dalla LabAcademy va a sommarsi a un Mido complessivamente più fruibile nel layout e più funzionale, grazie alla vicinanza dei padiglioni all’uscita della metropolitana».
L’impulso dei buyer esteri si è fatto sentire anche nel padiglione della tecnologia, per la soddisfazione delle aziende di lenti oftalmiche e di strumenti diagnostici e per il laboratorio, ormai presenti pressoché in massa, ma anche delle realtà italiane di contattologia, soprattutto specialistica, che hanno potuto confrontarsi con le idee di professionisti che operano al di fuori dei confini nazionali. La matrice estera dei visitatori non ha comunque condizionato le presenze nazionali, anzi. «Abbiamo visto tanti ottici italiani, molti anche dal centro-sud, il che ha reso molto positiva la nostra presenza in fiera - ha detto Anna Maria Nicolini, marketing manager di Hoya Lens Italia - Naturalmente è stata utile in tal senso anche la sinergia con il nostro evento di domenica sera, cui erano presenti quasi 1.300 tra titolari di centri ottici, collaboratori e accompagnatori». Giancarlo Montani ha spiegato perché l’area tecnologica di Mido non risente dell’assenza dei gruppi di lenti a contatto disposable. «Le lac, così come le lenti oftalmiche, non sono per natura un prodotto da “toccare” - ha detto al nostro portale il responsabile del corso di laurea in Ottica e Optometria all’Università del Salento - Mido, invece, è soprattutto la fiera del prodotto che si tocca, si guarda e su cui ci si confronta, come le montature e gli strumenti: da qui l’utilità di esserci e la vivacità di un’edizione come questa».
Accanto agli ottici indipendenti, presente al gran completo nelle tre giornate milanesi anche la distribuzione organizzata e succursalista di casa nostra. Alcuni di loro, anche in veste di espositori. «È stato un ritorno positivo il nostro - ha dichiarato Cristian Zoncapè, direttore marketing di Salmoiraghi & Viganò - Qui, infatti, abbiamo avuto la possibilità di illustrare bene il progetto partnership, che ha attirato l’attenzione soprattutto di titolari di centri ottici indipendenti».
A.M e F.T.







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