Il Mido? Vorrei godermelo di più…

«Mido è l’occasione giusta per vedere le principali aziende fornitrici equest’anno, alla luce delle recenti notizie e dei profondi cambiamenti in attonel nostro settore, sarà ancora più importante confrontarsi con loro in fiera»,rivela a b2eyes.com Mele, che quasi “invidia” icirca 200 ottici aderenti a Free Optik, i quali, sgravati da compitigestionali, potranno godersi di più la rassegna. «Per i nostri associati èimportante soprattutto visionare le novità che proporrà Mido, le tendenze cheemergeranno nell’eyewear e tutto quanto la manifestazione sarà in grado dioffrire», sottolinea Mele. Diversi gruppi quest’anno hanno deciso dipresentarsi a Milano anche in veste di espositori: la questione non toccaminimamente Free Optik? «A dire la verità ogni anno ci poniamo questo dubbio,ma la nostra realtà è composta soprattutto da imprenditori di Lazio, Puglia e,più in generale, del centro sud Italia, che a Mido vengono prevalentemente ladomenica, per cui forse non ne vale la pena», ricorda lo stesso Mele. Segno cheil Mido viene visto ancora come nord centrico? «Questa sensazione è molto piùsfumata rispetto al passato, molti ottici, compresi alcuni dei nostriassociati, vengono anche dal sud, soprattutto perché stimolati dalle cose nuove,dalle proposte particolari o dalla riscoperta del made in Italy, che possonotrovare al Mido Design Lab, ad esempio, al More! o al Lab Academy, aree semprepiù importanti per le quali voglio ritagliarmi lo spazio di una doverosavisita».
C’è poi chi storicamente arriva a Mido addirittura in pullman, perottimizzare costi e tempi, ma anche per fare gruppo. È il caso di Vision Adria,cooperativa di centri ottici del nord est. «Saremo almeno una trentina apartire domenica mattina con una corriera organizzata da noi: una volta giuntiin fiera ci divideremo in base alle esigenze di ognuno, come direzione avremouna serie di appuntamenti, utili per fare anche pubbliche relazioni, mentre glialtri soci andranno a visitare il salone per poi ritrovarci e scambiarci leidee e le impressioni raccolte», dice al nostro portale il presidente, Igino Franceschetto.Secondo il numero uno di Vision Adria, del resto, è in atto una sorta diriscoperta generale delle fiere, ma è cambiato il modo di viverle. «Mido, adesempio, è ora più identificabile per quanto riguarda la ripartizione deisettori merceologici e anche questo contribuisce a creare attesa, aspettativa emaggiore interesse – sottolinea Franceschetto - Solo che una volta si faceval’acquisto direttamente qui, mentre ora si viene soprattutto per cercarequalcosa di diverso o per rivedere un’azienda che non si vedeva da tempo o,ancora, per riprendere qualche contatto: il mondo è profondamente mutato edobbiamo cambiare anche il nostro modo di operare» (nella foto, da sinistra, Mele e Franceschetto).
A.M.

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