DaTE: la ricerca nell’occhiale non è alternativa a quella professionale

Figlia d’arte, dalla Clinica della penna e dell’occhiale, aperta dal nonno nel cuore di Reggio Calabria negli anni 50, per motivi familiari è arrivata in Romagna, dove si è innamorata dell’eyewear d’avanguardia, tanto da dedicarci un intero negozio. «Sono così entrata in questo mondo e con il contributo di Dante Caretti ho iniziato un percorso di ricerca, prima attraverso le sole fiere, che poi hanno cominciato a cambiare, ma che rimangono comunque esperienze da fare – racconta ancora Argurio – Percorso che oggi prosegue anche con eventi come DaTE, un progetto meraviglioso e importante, anche perché creato da due italiani (Caretti e Cristina Frasca, ndr), si tiene in Italia e ospita brand internazionali». Da qui la scelta di venire ogni anno alla kermesse, che dal 1° al 3 ottobre sarà in programma al The Mall di Milano. «Vado al DaTE perché lì si vive un’esperienza, si scambiano opinioni e pareri con i colleghi di tutta Italia, ma anche con agenti, distributori e altri addetti ai lavori, oltre che per scrivere ordini – ricorda la titolare di Ottica Argurio (nella foto, uno scorcio) – Del resto abbiamo a che fare con marchi che hanno un’anima e chi, come me, segue questo segmento di mercato non può mai rinunciare alla voglia e al piacere di lasciarsi stupire».
Si recherà anche quest’anno al DaTE, precisamente nella seconda giornata, quella di domenica, Alessandra Fulcheri, titolare dell’omonimo centro ottico di Torino, che da un paio d’anni ha deciso di puntare sull’occhiale di ricerca. «Abbiamo modificato la nostra politica di acquisti concentrandoci su collezioni più di nicchia e cambiando all’80% i prodotti che proponiamo – spiega l’ottica piemontese al nostro portale – Questa scelta è stata determinata dalla volontà di differenziarci con linee di grande qualità, in grado di stupire il cliente ed esclusive: volevamo introdurre prodotti che non hanno tutti, che non si trovino quindi né nelle boutique né presso gli altri ottici della nostra zona e proprio il DaTE è stato ed è per noi l’occasione in cui selezionare le nuove collezioni del nostro negozio e fare gli ordini, anche perché alcune aziende le troviamo solo qui. Caretti ci ha aiutato in questo, facendoci scoprire marchi d’avanguardia, che magari sono presenti in appena 30 o 40 punti vendita in tutto il mondo e che abbiamo solo noi a Torino e zone limitrofe». L’evento è l’occasione per Fulcheri anche per esplorare e lasciarsi ispirare. «Mi colpisce l’innovazione, mi interesso molto a quella che è la storia dietro un progetto, a come è nata un’idea e al suo sviluppo - confessa - Sono tutte motivazioni che mi portano a scegliere un prodotto e che poi sono preziose anche per argomentare la vendita al cliente, non solo riguardo al prezzo».
Secondo Alfio Moscato, DaTE non è una manifestazione di nicchia, perché il mercato è inevitabilmente cambiato da quel lontano 2002, quando insieme a Gabriele Evangelisti aprì L’Osservatorio a Milano, che con pochissimi altri era ed è ancora oggi un negozio specializzato esclusivamente in occhiali di ricerca. «A DaTE si trova una concentrazione di prodotto, al quale posso così dedicarmi, senza l’inevitabile dispersione di altro genere che caratterizza le grandi fiere», spiega a b2eyes.com Moscato, consapevole che se prima prevaleva l’amore per il prodotto, oggi si deve fare i conti, anche in questo segmento merceologico, con distributori, agenti, il web e altro ancora. «Ma l’importante è andare dove c’è un pensiero dietro, seguire chi parte da un’idea e arriva a creare una collezione di occhiali – afferma Moscato – Come Alain Mikli e chi ha saputo coglierne lo spirito propulsivo oltre trent’anni fa, come Lindberg, Ic! Berlin e Mykita, ad esempio, nei decenni successivi o, per citarne uno che apprezzo molto, come oggi Rigards e la sua capacità di lavorare il corno».
A.M. e N.T.

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